L’Italia trema! Scosse di terremoto sono state registrate da Nord a Sud, già dalla scorsa notte. Uno sciame sismico che ha interessato soprattutto la Sicilia, il Veneto e la Lombardia. Le scosse di terremoto sono state avvertite distintamente dalla popolazione di Enna, Messina, Rovigo e Mantova. Non si registrano danni a cose nè feriti. La paura, tuttavia, cresce. La recente eruzione dell’Etna e le numerose scosse registrate anche nella scorsa settimana, sempre nella pianura padana (distretto lombardo -veneto), hanno creato un clima di paura e di tensione.
Due scosse di terremoto sono state avvertite in Sicilia, sulla costa settentrionale, nelle prime ore di questa mattina. La prima, registrata dagli strumenti alle ore 5.31, ha colpito la provincia di Enna: l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha rilevato una magnitudo di 2,7 gradi. La seconda scossa è stata avvertita, circa mezz’ora dopo (ore 6.03 del mattino), nella provincia di Messina (territorio altamente sismico!): magnitudo più elevato ma non “pericoloso”, 3,2 gradi.
Nella notte altri due movimenti tellurgici erano stati evidenziati dagli strumenti dell’Istituto nazionale di Geofisica, nella pianura padana, nel distretto lombardo veneto. Lo sciame sismico è stato avvertito distintamente dalla popolazione residente fra le provincie di Mantova e Rovigo. La prima scossa è stata registrata nella notte inoltrata, esattamente alle 3.13, con magnitudo 3. Più lieve, invece, la scossa successiva, registrata alle ore 3.2″, con magnitudo 2.1 .
Cosa sta succedendo? Le scosse non sarebbero in relazione le une con le altre. Si tratterebbe, secondo gli esperti, di normale attività che non costituirebbe alcun pericolo per la popolazione. Intanto l’Italia continua a tremare, da Nord a Sud. La tensione rimane alta, l’incubo di L’Aquila rimane nell’immaginario collettivo. Il territorio italiano è uno dei più sismici del mondo: è necessario imparare a convivere con le scosse e predisporre tutti gli strumenti opportuni affinché tali movimenti della crosta terrestre non costituiscano un rischio per la popolazione.