Ornella Vanoni rivela un aneddoto su Gino Paoli

Ornella Vanoni ha rivelato un curioso aneddoto sul suo collega e grande amico vip Gino Paoli durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. L’86enne artista italiana ha ricordato anche uno dei suoi primi amori: Giorgio Strehler. Una delle artiste italiane dalla carriera più longeva (in attività dal 1956, con la pubblicazione di circa 112 lavori tra album, EP e raccolte), ha dichiarato: “Ero timidissima. Al collegio, in Francia e in Inghilterra, annodavo le lenzuola per le compagne che volevano calarsi dalla finestra; loro scappavano, e io no, preferivo restare dentro. Durante la guerra ero stata operata al collo, mi tolsero i linfonodi, e mi massacrarono. Ho ancora adesso le cicatrici, vede? Mi vergognavo molto”.

Ornella Vanoni – Foto: Facebook

Una delle più grandi interpreti della musica leggera italiana, oltre che una tra le cantanti più vendute con oltre 65 milioni di dischi, ha poi sottolineato: “Nessun uomo mi ha mai amata tanto come Strehler. Era sposato, ma non importava: sposarmi non è mai stata la mia ambizione. Frequentavo i corsi al Piccolo Teatro. All’esame, con la V di Vanoni, passai per ultima. Ero nervosissima. Buio assoluto. Portavo ‘Verrà la morte e avrà i tuoi occhi’ e un passo delle lettere di Alfieri. Mi incespicavo di continuo, ripetevo: pardon, pardon… Sentii una voce di donna dire: ‘Attenzione, qui c’è qualcosa di interessante’. Era Sarah Ferrati, la grande attrice. Io devo alle donne il massimo del bene e il massimo del male. Veniva sempre a fare lezione nella mia classe, per lo stupore delle altre: di solito non si vedeva mai. L’insegnante di danza era sua moglie, da cui era già separato. Mi detestava: aveva capito al volo che sarei piaciuta al marito. Mi diceva: hai talento, ma non hai i nervi per reggere. Aveva ragione. Però alla fine ce l’ho fatta senza di lui”.

E poi ancora: “Non potevo seguirlo nella droga e negli altri suoi vizi. Andai al festival di Spoleto, a cantare le canzoni della mala con la regia di Zeffirelli. Entrai nel gruppo di Visconti, che mi piacque molto. Lì incontrai Renato Salvatori, quello di Poveri ma belli. Mi ha quasi messo a letto. Fu solo un flirt, ma uscirono le foto di una nostra gita in motoscafo sul lago di Bracciano. Strehler ne soffrì come un cane. Veniva a casa mia e cominciava a ripetere: ‘Con te non posso vivere, senza di te non posso vivere…’. Una volta, anni dopo, mi telefonò: ‘Tu devi tornare con me, ti voglio al mio fianco…’. Lo informai che stavo per sposarmi”.

Ornella Vanoni ha poi raccontato qualche aneddoto su Gino Paoli: “Lo sentii nella casa discografica suonare Il cielo in una stanza. Chiesi chi fosse, mi risposero: ‘Un frocio che fa canzoni orrende’. Strano, mi dissi: suonava maluccio, ma la canzone mi era parsa stupenda. Così cominciai a frequentarlo”. Cosa facevano? “Lunghe passeggiate. Gino non aveva i soldi neanche per il biglietto del tram; così andavamo sempre a piedi, io gli trotterellavo dietro con i tacchi a spillo, sfinita. Fino a quando, appoggiati a un muretto, gli chiesi: ‘Ma tu sei frocio?’. Rispose: ‘No, perché? E io: ‘Mi avevano detto così’. E lui: ‘A me invece hanno detto che tu sei lesbica, canti male e porti male…’. Siamo scoppiati a ridere. E ci siamo dati il primo bacio”.

Perché quelle maldicenze? Ornella non ha dubbi: “Perché eravamo diversi. Ma Gino ne era felice: Io li lascio dire, e poi gli scopo le mogli”.