Morte Imane Fadil, Marco Travaglio va all’attacco di Silvio Berlusconi

La misteriosa morte della giovane modella marocchina ed ex papi girl Imane Fadil sta tenendo banco sui giornali di tutto il mondo. Una delle protagoniste minori dello scandalo bunga bunga è deceduta l’1 marzo a causa di un mix di sostanze radioattive all’Humanitas di Milano dove era ricoverata da fine gennaio. La ragazza aveva rivelato al fratello e al suo avvocato che temeva che l’avessero avvelenata. Lei stava scrivendo un libro piuttosto scottante sulle cene eleganti nella lussuosa villa dell’ex presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi e sulla sua vita. La procura di Milano ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario sulla sua morte.

Lele Mora ha raccontato che era stato lui stesso a portare Imane Fadil alle cene eleganti nelle ville del leader e fondatore di Forza Italia. Il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio ha lanciato alcune stoccate al vetriolo nei confronti dell’ex premier Silvio Berlusconi.

“Probabilmente Benito Mussolini non ordinò l’assassinio di Giacomo Matteotti: lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi – ha scritto Travaglio nel suo editoriale – che quel deputato socialista, con le sue denunce sulla fine della democrazia e sulle corruzioni di alcuni gerarchi del neonato regime fascista stava rompendo i co***oni” […] Probabilmente Giulio Andreotti non ordinò l’assassinio di Mino Pecorelli: lui o chi per lui si limitò a far sapere ai suoi che quel giornalista molto, troppo informato, con i suoi articoli sulla rivista OP e le sue allusioni agli affari e ai malaffari della cricca andreottiana – ha proseguito il direttore Travaglio -, stava rompendo i co***oni”.

Poi ha sferrato il duro attaccato al potente e ricco imprenditore e fondatore di Forza Italia: “Sicuramente Silvio Berlusconi non ha ordinato il probabile avvelenamento di Imane Fadil, […] i testimoni B. di solito li compra, non li ammazza. E tutto poteva augurarsi, fuorché la morte di una teste-chiave del processo Ruby e il ritorno del Bunga Bunga sulle prime pagine dei giornali. Infatti – ha sottolineato Travaglio -, negando le sentenze e persino l’evidenza ha provato a smentire di aver mai visto Fadil. Ma purtroppo nessuno può escludere che c’entrino i vari ambienti criminali che lo circondano da quasi mezzo secolo, da Cosa Nostra alla massoneria deviata, dal sottobosco dell’eterna Tangentopoli ai gigli di campo di Putin. Cioè che qualcuno abbia voluto fargli un favore non richiesto, o lanciargli un messaggio avvelenato per ricattarlo – ha concluso l’autorevole e stimato giornalista -, o ricordargli qualche promessa non mantenuta”.