Momenti di tensione a Roma durante una manifestazione studentesca che era stata autorizzata solo per la zona circostante l’Università ma che è degenerata quando una parte del corteo ha deviato dal percorso cercando di raggiungere il centro della città.
Si ricorda che, ha seguito dei gravi recenti incidenti avvenuti nella manifestazione degli Indignati, manifestazione che come si ricorderà è degenerata in atti di vera e propria guerriglia urbana, con devastazioni e mazzi della polizia e di sfortunati e incolpevoli cittadini dati alle fiamme, il Campidoglio ha proibito qualsiasi manifestazione nella Capitale dando il permesso solo per zone molto circoscritte.
Ma evidentemente, agli studenti della manifestazione, questo divieto non era gradito e hanno cercato di andare oltre la zona consentita. A quel punto sono dovute intervenire le forze dell’ordine che hanno cercato, in un primo tempo, di sbarrare la strada ai, diciamo così, disubbidienti, ma poi hanno dovuto caricare il corteo che si stava formando, per disperderlo e, in particolar modo, per mantenerlo nella zona nella quale la manifestazione era stata autorizzata.
La manifestazione di studenti, poco più di 500, era stata organizzata per protestare contro i tagli e una crisi della quale, evidentemente, non sono colpevoli e per la quale, del resto, non vogliono nemmeno pagare le conseguenze. Auspicio anche giusto, in pura linea di principio, ma che purtroppo cozza con la cruda realtà.
L’Italia è afflitta da un debito pubblico imponente, che ha origini antiche, visto che è una situazione difficile che si porta appresso da almeno una trentina d’anni e che oggettivamente è difficile risolvere senza affrontare dei sacrifici. Quello per cui gli studenti, e non solo loro, protestano è che i sacrifici dovrebbero farli tutti, ma proprio tutti, non sempre gli stessi che ormai sono arrivati ad un punto di non ritorno.
Ora dovrebbe toccare anche agli altri, a ciascuno in base alle proprio possibilità.