Matrimonio gay in fiction: Rai Uno, censura da Medioevo

Un ciclone in convento: Rai Uno censura puntata con nozze gay

Un ciclone in convento… e in Rai! Un matrimonio gay mette in imbarazzo la televisione pubblica. Rai Uno ha deciso di non mandare in onda la puntata di una fiction tedesca che rappresentava nozze gay. Il semplice ” si” scambiato da una coppia di omosessuali ha creato scompiglio al “regno” Rai, mandando su tutte le furie il direttore Mauro Mazza. Questa puntata non “s’adda fare”, direbbe qualche signorotto di manzoniana memoria. E dopo secoli, in un Paese, l’Italia che è agli ultimi posti per la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero, arriva puntuale la censura, quella più “stupida e arrogante”. La puntata “Romeo e Romeo” della fiction “Un ciclone in convento” non è andata in onda sul primo canale della televisione pubblica. L’episodio non è stato trasmesso provocando un “buco narrativo” che i telespettatori hanno facilmente evidenziato, inviando centinaia di lettere di proteste a Viale Mazzini contro la censura.

Nozze gay fra Romeo e Romeo. Un matrimonio che, in Italia, crea scandalo nei dirigenti (o pseudo dirigenti) Rai. Sembra essere ritornati nel Medioevo, in quello più buio e “vuoto”: il Vecchio, Medioevo. Centinaia di programmi tv, ogni giorno, compreso i tg nazionali, inondano la tv di immagini orrende, spesso brutali, generando nello spettatore uno stato d’animo di assoluta rassegnazione e stupore. Dinanzi all’immoralità della tv pubblica italiana, un matrimonio gay è un episodio che non potrà mai andare in onda: meglio showgirl dalla curve mozzafiato e desnude; meglio l’inganno dei programmi del primo pomeriggio; meglio i reality di mignotte e papponi. Un matrimonio omosessuale è inconcepibile nell’Italia del 2011! Come del resto nel “progressista” Regno delle Due Sicilie in mano alle “sapienti” menti borboniche.

Cosa dire? Immaginate di essere tornati indietro di qualche secolo: non rimarrete delusi da un viaggio nel tempo pieno di fascino e “sentimento”. La verità, quella indiscutibile e senza senso, è quella che vediamo, ogni giorno, da anni: il declino dell’azienda pubblica, il disfacimento completo della Rai. Da Santoro alla Dandini passando per Simona Ventura. E se si  “privatizzasse” l’ignoranza dei lor signori, dirigenti!? RaiUno: un posto in prima fila? No, grazie!

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