Cancellare selettivamente i ricordi sgraditi sarebbe il toccasana definitivo per i reduci di guerra, per le vittime di stupro e di incidenti stradali. Studi e ricerche hanno portato alla luce vari metodi sperimentali ma grazie ad una neuroscienziata italiana, la “tecnica definitiva” sulla cancellazione dei ricordi e sul loro controllo, è a portata di mano.
La scoperta è stata illustrata a Venezia durante la VII conferenza “The future of Science”, che ha come oggetto, in questa edizione, La Mente. Sostanzialmente i ricercatori hanno scoperto che i ricordi “a lungo termine”, legati alle paure e alle ansie, hanno bisogno di essere impressi mediante il rilascio di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina; con questa scoperta, si ipotizza che una terapia farmacologica che simula la fissazione ormonale della mente sarebbe la chiave per controllare la memoria.
Le emozioni agiscono da collante, il team della prof Alberini, operando sui recettori del cortisono, ormone dello stress, sono riusciti a trovare il modo per controllare l’intensità della fissazione. In tal modo sarà possibile alleviare un ricordo o imprimerlo maggiormente nella memoria. Per questo processo, un ruolo cruciale è dato dall’IGF2, il fattore della crescita per l’insulina. Introducendo l’IGF2 nell’ippocampo si andrà ad intaccare l’intero processo di apprendimento.
Una pillola potrebbe rappresentare la tecnica definitiva sulla cancellazione e sul controllo della memoria, anche se per ora, gli esperimenti sono stati eseguiti solo su topi. La professoressa Cristina Alberini spiega che questa scoperta potrebbe aiutare i pazienti che soffrono del disturbo post traumatico da stress, i tossicodipendenti che svolgono un percorso di recupero ma soprattutto, più semplicemente, la scoperta potrebbe giovare chi soffre di demenze senili come l’Alzheimer.