Una famiglia su due sente fortemente la crisi economica che ormai sembra essere fuori controllo. E’ quanto emerge da una indagine dell’Istat sugli Aspetti della vita quotidiana, che fa registrare una media del 43,7% delle famiglie italiane che dichiara che la propria situazione è peggiorata rispetto al 2010.
Si tratta di un dato estremamente allarmante, e la cui percezione è chiara, e non può fuggire nemmeno ad un osservatore superficiale.
Basterebbe farsi un giro in un supermercato e dedicare un po’ del proprio tempo per osservare le persone che ci circondano, per rendersi conto dell’estrema attenzione con la quale fanno la spesa. Prima di mettere una cosa qualunque nel carrello, si fanno vari controlli e si fa la comparazione tra vari prezzi e diverse offerte, e spesso si sceglie il prodotto, anche di qualità inferiore, ma pur sempre di qualità, pur di risparmiare il più possibile.
L’indagine dell’Istat, inoltre, evidenza anche delle notevoli differenze che sono presenti nel Paese, e conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il Sud è la parte d’Italia che maggiormente soffre per questa crisi economica. Al Sud, infatti, maggiore è la disoccupazione e, paradosso assolutamente incomprensibile, maggiore è la pressione fiscale così come più cari sono i servizi.
Basti pensare, per esempio alle cifre esorbitanti che hanno aggiunto le tariffe della RC auto al meridione, rispetto al Nord e al Centro Italia, così come al costo stesso del carburante che, per effetto dell’addizionale regionale, è maggiore al Sud.
Si tratta di anomalie che vanno assolutamente corrette e che nessuno dei governi che si è succeduto negli ultimi anni, ha mai voluto prendere in seria considerazione.
Eppure, anche il Sud esprime dei parlamentari ed è inspiegabile come mai questi non si siano mai fatti carico del problema, come invece fanno i loro omologhi settentrionali per i problemi che interessano le loro regioni.