Immigrazione, Lampedusa 25 morti

Lampedusa: 25 morti su un barcone proveniente dalla Libia, sarebbero deceduti per asfissia.Continuano ancora gli sbarchi degli immigrati a Lampedusa, si tratta di 271 persone che sono arrivate su un barcone, che era già stato avvistato nella serata di domenica; ma questa volta a bordo una bruttissima sorpresa: ben 25 morti.

Non si conoscono ancora bene i fatti e non sa con certezza quali siano state le cause che hanno portato alla tragica fine di queste persone: molto probabilmente si è trattato di morte per asfissia.

Fatto sta che questa cifra va ad aggiungersi alle altre che puntualmente arrivano con una tragica cadenza di morte.

Gli immigrati provenivano dalla Libia, si erano imbarcati, come tutti, alla ricerca di un futuro migliore: invece hanno trovato la morte.

Le persone decedute si trovavano nella parte bassa della nave, vicino al motore della barca. Proprio i gas emanati dal motore sarebbero risultati mortali per i poveri immigrati, costretti a stare stipati come animali, senza un minimo di spazio.

Li chiamano “viaggi della speranza” ma ricordano molto di più quelli dell’orrore; quelli che facevano le vittime dell’Olocausto per raggiungere i campi di concentramento, quando venivano stivati nei vagoni per gli animali, senza cibo, acqua ed aria.

Si tratta di venticinque giovani libici, morti perché cercavano una nuova vita, morti nella speranza di scampare all’orrore del proprio Paese.

I cadaveri di questi giovani, dopo tre giorni di viaggio si stavano decomponendo; i poveri giovani avevano tentato di uscire dalla stiva per avere salva la vita, ma gli altri li avrebbero bloccati, perché non c’era posto: la nave era satura.

Un scoperta assurda che deve porre degli interrogativi a tutti. Intanto la procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un’inchiesta. Ma prima della giustizia è necessario che si interroghino le coscienze.

Intanto Giacomo Forte, titolare del fascicolo, ha ipotizzato i reati di omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.  La barca è ora sotto sequestro, i corpi “conservati” in  sacchi telati,  l’uno accanto all’altro, sul molo dell’isola.

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